Riconvertirsi Agilmente

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Intervista a Lapo Roccia di Agile S.r.l.

Ciao Lapo, mi racconti qualcosa su Mondo Agile? 

Agile nasce nel 2000, al tempo eravamo soltanto due soci: io e mio fratello. Ci siamo specializzati nel settore moda fin da subito con tecnologie nuove di applicazione della stampa digitale su pelle oltre che tessuto e altri materiali per conto terzi: pelletteria, calzatura e abbigliamento.

Successivamente abbiamo deciso di far ricerca e abbiamo quindi iniziato a sviluppare dei nostri articoli non vendendo più solo un servizio, ma un prodotto finito.

Così sono nati pellami e tessuti stampati personalizzabili con le grafiche dei clienti, ricercati e preparati da noi pronti all’uso per la realizzazione di scarpe e borse di clienti dell’alta moda come D&G, Armani, Prada, Fendi, Moschino, Versace, Burberry e molti altri. Oggi abbiamo moltissimi clienti in Italia, ma buona parte anche in Europa e stiamo cercando di sviluppare anche Korea, Giappone e in parte Cina.

Internamente abbiamo anche un Team R&D continuamente alla ricerca di nuove idee e nuove tecnologie da applicare nel nostro settore, per i nostri clienti che ci chiedono la “personalizzazione” per qualunque tipo di prodotto. Oggi oltre ai nostri uffici siamo ben strutturati, con i reparti di campionatura, produzione, magazzino, ufficio grafico e la nostra rete commerciale interna.

Ad oggi Agile conta ben 60 dipendenti.

Come state vivendo questo momento? 

Sinceramente più che paura abbiamo un po’ di ansia. Il periodo richiede la necessità di ritrovare velocemente idee nuove e strategie per portare avanti la nostra azienda salvandola dalla crisi.

Il 13 marzo abbiamo deciso di chiudere in anticipo osservando che la situazione si prospettava poco tranquilla per i nostri stessi dipendenti.

Ci siamo subito mossi per trovare i DPI necessari per poter lavorare in totale serenità. Nell’arco di 5 giorni li abbiamo trovati e fatti arrivare dall’estero (grazie ai contatti che abbiamo) in quantità importante per garantire 3 mesi di lavoro in sicurezza. Nello stesso momento, il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha chiuso le attività per cui non abbiamo fatto in tempo a riaprire. Qui è successo l’inaspettato: avendo informato gli amici che avevamo trovato i DPI, si è sparsa la voce ed è iniziata ad arrivare la richiesta sia di mascherine che di guanti…

Abbiamo colto la palla al balzo, modificando il nostro oggetto sociale per poter sia produrre che vendere i dispositivi richiesti (prevalentemente le mascherine chirurgiche), ma anche altre tipologie come le FFP2 (una delle mascherine più richieste) e i guanti.

Quindi ad oggi oltre all’importazione abbiamo organizzato internamente tutta la produzione a partire dalla preparazione del tessuto e tutti i vari accessori fino al confezionamento.

Oltre alla classica mascherina (MASK-IN 001) abbiamo creato anche altri modelli, per esempio:

  • la MASK-IN 002, dando la possibilità ai vari clienti di personalizzarla con la loro grafica.
  • la MASK-IN 005, taglia da bambino sempre nella versione stampata con disegni realizzati dai bambini.

Qual è stata la tua/vostra paura più grande?

Ripeto che al momento non c’è stata una grande paura, magari più avanti arriverà, credo sia fondamentale non farsela venire ma soprattutto cercare di non trasmetterla. Anzi sono proprio questi i momenti dove stringere i denti e tirar fuori la grinta per ricostruire qualcosa di importante.

Soluzioni ai problemi anche quando sembra che tutto sia impossibile!

Quali scelte strategiche avete messo in atto per affrontare questo momento storico così delicato?

Sicuramente anche noi, come tutti credo, abbiamo richiesto la cassa integrazione, mi auguro che al massimo tra due o tre mesi si possa essere nuovamente impegnati per far fronte a questa nuova azienda, che stiamo creando, sia per continuare quello che stava andando molto bene, ovvero la nostra attività principale!

Quali sono stati secondo te i fattori chiave che vi hanno permesso di ricominciare a produrre?

Di produrre ancora purtroppo non ne possiamo parlare…

Però noi ci siamo subito mossi in anticipo realizzando dei cataloghi online ad alta definizione in modo tale da poterli inviare ai nostri clienti più importanti per dimostrare che eravamo vivi e vegeti! Questo lavoro, molto articolato, sarà utile per un bel po’ vista la complessità che ci sarà anche per andare fisicamente in visita dai nostri clienti.

Come ti immagini lo scenario lavorativo futuro? 

Mi auguro che ci sia un rallentamento della frenesia e dell’ansia nel dover, in tutti i modi, far tutto con grande urgenza, a discapito della qualità del prodotto che noi italiani siamo in grado di dare ma che, ultimamente ci siamo scordati. Per cui più qualità a discapito della quantità.

Mi aspetto molti più acquisti e vendite online che porta a porta, meno spostamenti, meno affollamenti. Quindi in base a questo, modificheremo il nostro modo di vivere e di agire.

Forse ci renderemo conto, in diverse situazioni che come stavamo facendo, che la modalità che avevamo adottato di correre, spostarsi , mandare persone continuamente in trasferta per meeting e riunioni varie era sbagliata o comunque non necessaria e capiremo che potremo fare lo stesso anche a distanza visto che i mezzi li abbiamo tutti..

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