Rockin’1000 – Intervista a Fabio Zaffagnini – 5 anni dopo

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A fine anni ’90 andava in onda sulle reti Mediaset un programma chiamato “Meteore – Alla ricerca delle stelle perdute”. L’obiettivo era quello di rintracciare tutti quei personaggi scomparsi dalla scena dopo un successo tanto intenso quanto fugace. Samantha Fox, Massimo Repetto (883), Sandy Marton con la sua “People from Ibiza”, Tracy Spencer o Plastic Bertrand, famoso per la sua “Ca plane pour moi”…Tanto per citare alcune simpatiche apparizioni…

Rockin’1000, in realtà ha poco a che fare con le meteore. Difatti, un sogno tanto concreto quanto stravagante come quello di Zaffagnini e Co. a dispetto di qualsiasi miscredente o malpensante, dopo 8 anni è diventato a tutti gli effetti, un progetto aziendale internazionale. A sostegno di questa affermazione l’ennesimo concerto(ne),  dove mille musicisti hanno suonato a ottobre dell’anno scorso presso lo Stadio Allianz Parque di San Paolo.

Si avete capito bene: in Brasile. Wow!

E non è finita qui…

Sono sempre più convinto dell’importanza della contaminazione fra realtà diverse. Si tratta di una modalità di arricchimento e nutrimento continuo. Noi ne approfittiamo per parlare di motivazione, comunicazione e team working (fra digitale e reale). Più o meno così nacque la mia prima intervista a Fabio Zaffagnini nel 2018: Rockin1000 Srl – Intervista a Fabio Zaffagnini. Change Project

Adesso una seconda intervista con l’obiettivo di comprendere più in profondità come questo progetto nato in Romagna nel 2015, sia diventato a tutti gli effetti società benefit internazionale.

Bene procediamo con le nostre domande!

«La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti» Così cantava John Lennon in “Beautiful Boy”, quanto senti tua questa strofa?

Hum, in realtà le scelte che ho fatto mi hanno portato a viverla intensamente, la vita. Ma sono scelte: alcuni aspetti sono stati sicuramente abbracciati, altri molto trascurati. Ogni tanto mi piacerebbe essere più consapevole e fermarmi a pensare a cosa sto combinando, questo sì.

Cosa è successo in questi cinque anni? (dal 2018 ad oggi). Da Community ad Azienda a Progetto Benefit Internazionale? 

Un sacco di cose, passate in fretta; dalla possibilità di suonare con icone della storia del Rock come Courtney Love, diretta da Peppe Vessicchio al riempire lo Stade de France, o suonare insieme a tanti artisti italiani, da Manuel Agnelli, ai Subsonica, a Daniele Silvestri e tanti altri. Il doverci aggrappare alla tecnologia digitale per sopravvivere alla pandemia e continuare a fare musica. E’ stato importante anche cogliere l’occasione di fermarsi e costruire nuove fondamenta per costruire il nostro futuro. Ora siamo proiettati verso l’internazionalizzazione ed il coinvolgimento di una community sempre più vasta di musicisti, pieni di energia ed ambizione, ma anche la consapevolezza che ce la possiamo fare.

Bè direi una grande consapevolezza…giustappunto: Mission, Vision e Valori sono cambiati dal 2008 oppure sono sempre gli stessi?

Non sono cambiati, i valori di inclusione, amicizia, divertimento sono intramontabili, così come il nostro sogno di riunire persone di tutto il mondo senza preoccuparci del colore della loro pelle, il loro orientamento sessuale o religioso, o la loro posizione nella società…usando la musica!

Sono curioso, un’azienda come la vostra svolge formazione? Che tipo di progetti formativi avete svolto internamente?

La formazione è fondamentale ed è importante ritagliarsi il tempo e la concentrazione giusta per crescere professionalmente.

Recentemente abbiamo partecipato a B Heroes un percorso di accelerazione per le startup e ne abbiamo approfittato per rispolverare un po’ di concetti in continua evoluzione come digital marketing, branding, storytelling, design thinking, legal, analisi di mercato e incentivi.

Ci racconti qualcosa del gigantesco crowdfunding del 2022? A cosa è servito?

Durante la pandemia abbiamo deciso di aprire il capitale con un obiettivo di raccolta di 1 milione di euro:

Hanno aderito diversi privati, molti dei quali provenienti dalla community di musicisti, oltre alla società di investimento, romagnola, Orienta Capital Partners. Oggi Rockin’1000 è PMI innovativa e società benefit, con una community presente in 138 paesi che cresce giorno dopo giorno: stiamo utilizzando i fondi raccolti per il potenziamento tecnologico della piattaforma e lo sviluppo della community, oltre che per portare i nostri concerti in tutto il mondo e produrre dischi e inediti.

Le riunioni come le fate? Ma soprattutto in quanti?

Fin da quando siamo nati nel 2014 abbiamo sempre lavorato in smart working abitando tutti in luoghi diversi. Continuiamo ad utilizzare questa modalità ma cerchiamo di incontrarci in presenza almeno una volta al mese. Gli eventi speciali, i team building aziendali e i concerti sono occasioni importanti per guardarsi negli occhi e sublimare gli infiniti scambi di informazioni che viaggiano attraverso e-mail, call e gruppi whatsapp. Il team si è allargato e si stanno sviluppando diversi nuclei verticali distinti per ambito. Periodicamente organizziamo anche dei Band Meeting destinati ai nostri musicisti, in queste occasioni i musicisti possono fare domande, esprimere dubbi, dare suggerimenti tutto in diretta. I band meeting sono normalmente molto affollati: si collegano circa 200-400 persone (senza contare tutti coloro che seguono questi allineamenti in un secondo momento).

Nei progetti aziendali è spesso difficile allineare le persone. Cosa hai imparato da questo progetto? Cosa consiglieresti a chi vuole allineare un gruppo?

Questa è la domanda del decennio, personalmente odio mail, vocali, gruppi di whatsapp e conference call. Odio quasi tutti questi strumenti, eppure non se ne può fare a meno!

Credo in generale che al di là dei tool, sia una questione di organizzazione mentale di chi interviene agli allineamenti e di rispetto del tempo altrui. Nella maggior parte dei casi ci perdiamo in un mare di elementi superflui, premesse, spiegazioni, esempi, analisi, che distolgono dalla sostanza delle informazioni che vogliamo passare. L’attenzione naturalmente scende nel tempo e si esce dalla call stremati, senza aver trattenuto le cose importanti.  Il consiglio che do è «tutto quello che si può dire in 10 minuti, si può dire in 2 minuti».

Un altro tema è “chi e come mettere in copia” nelle mail: oltre ad avere la sensibilità di non intasare le caselle di mezzo mondo, ci vorrebbe una funzione che vieta il reply-all, con risposte come “grazie”, “ok”, “a domani”.

A pensarci bene è tutta una questione di empatia.

Ringrazio Fabio e Mariagrazia, sempre super disponibili, nonostante tutti i problemi di SPAM delle nostre mail! Ci sarebbe piaciuta una vostra comparsata 30 ottobre scorso per il nostro Evento a favore di Emergency sul tema della MOTIVAZIONE.

Chissà che non succeda qualcosa prima o poi…

Riassumiamo i messaggi forti di questo scambio:

  • Contatti virtuali sì, ma sempre alternati a momenti in presenza. In effetti, ne stiamo vedendo di tutti i colori in molte aziende  immerse nello smart working, ma senza una reale cultura.
  • L’allineamento del gruppo è più un asset mentale che una rincorsa all’ultimo tool.
  • Nella comunicazione con il gruppo dobbiamo imparare a concentrarci sulle reali informazioni che vogliamo passare ai nostri interlocutori, (messaggi chiave). Nei nostri libri parliamo della Legge dell’Iceberg!
  • L’importanza dell’empatia non solo in presenza, ma soprattutto nella comunicazione scritta!

Questa intervista, ci rinfresca la mente, sul fatto che esistono tanti modi per fare impresa e per inseguire i propri sogni. Dobbiamo esser bravi a scegliere la giusta colonna sonora!

“It’s only rock n’ roll but I like it”

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