Parlare in Pubblico: 13 anni dopo!

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Sono passati più di 13 anni da quando uscì la nostra prima pubblicazione con Giunti Editore sul tema: “Parlare in Pubblico”. Era il giugno del 2002. Siamo entusiasti di presentare questa nuova edizione, da pochi giorni in distribuzione in tutte le principali librerie italiane. Sorge spontanea la domanda: ma cosa è veramente cambiato nel mondo della comunicazione in questi anni ?

Molto. Difatti, negli ultimi anni si è imposto un nuovo paradigma comunicativo, una forma di comunicazione più massiva attraverso l’uso dei social network e un accesso più veloce al web direttamente attraverso smart phones e tablet. Gli sviluppatori di software si sono fatti in quattro per creare tante utili e meno utili app, le Giunte Comunali hanno sfidato le nuove tecnologie facendo a gara per far comparire il nome della propria città in cima alle classifiche delle città più smart.

Ma tornando a noi, che cosa è cambiato realmente nella comunicazione in pubblico ?

Le persone hanno più informazioni a disposizione. Osserviamo quindi un maggiore facilità di accesso allo stesso profilo dello speaker. Da qui nasce l’esigenza di saper lavorare in un’ottica di personal branding. Evitando di comunicare on-line informazioni fuorvianti che ne pregiudichino la nostra credibilità ancor prima di aver cominciato a comunicare.

Sono aumentate le distrazioni. Questo lo viviamo anche nelle nostre aule e durante le nostre consulenze. Un buon comunicatore deve saper comunicare fin da subito le regole del gioco. Circa un mese fa, durante un corso di formazione in Alto Adige, proprio in ambito di comunicazione, mi sono imbattuto dopo una buona apertura, in un partecipante distratto con il proprio tablet. Ho poi capito che non era stata veicolata da parte mia una chiara regola di collaborazione.

Sono aumentati i supporti visivi a disposizione dei comunicatori. Infatti ai ben noti Power Point e Keynote, si sono affacciati alcuni interessanti strumenti. il più recente dei quali è Prezi. Qui si è in parte ribaltata la costruzione del messaggio visivo non più lineare ma dinamico e costruito partendo da una metafora. Vi faccio un esempio, se volessi parlare di comunicazione con questo strumento cloud-based, potrei usare l’immagine stilizzata di un uomo, per poi approfondire ogni singolo aspetto della comunicazione attraverso lo zoom-in sui singoli aspetti del disegno (veicolando così un messaggio visuale con contenuti esplicativi su LV, LNV e LPV).

E’ cambiato l’utilizzo delle immagini. Oggi non ci possiamo più permettere di parlare in pubblico con le vecchie clip-art di Windows come facevamo nei primi del 2000. Sebbene ancora qualcuno lo faccia, sarebbe fuori dal tempo! Dall’altra parte la scelta dell’immagine è fondamentale come sottolineava Richard Majer, autore della “teoria dell’apprendimento multimediale”. Per questo motivo non possiamo pescare immagini da google, se non seguiamo delle precise regole logiche. Nel nostro libro queste regole ci vengono illustrate da Giacomo Mason, esperto di ecologia visuale.

Dunque, che cosa invece è rimasto come punto fermo ?

Parlare in pubblico, sia davanti ad una folta platea, sia davanti ad un gruppo più ristretto, è un evento stressogeno. Oggi ancor di più, come direbbero molti sociologi, perché l’essere umano è meno abituato al contatto umano.

Molti oratori sono concentrati sui contenuti trascurando di curare il linguaggio non verbale ed il paraverbale. Spesso non dichiarano l’obiettivo e non strutturano in maniera efficace la comunicazione con il risultato di non essere compresi dagli altri.

Parlare in pubblico genera ancora ansia e di conseguenza timore di non essere capaci. Qui nasce l’opportunità di allenarci attraverso della buona formazione e di strutturarci attraverso un buon libretto di istruzioni come lo definiscono in prefazione le nostre responsabili HR di Starhotels.

Buona lettura ma soprattutto buona comunicazione!

Alessandro Sansavini

 

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